Friday, February 23, 2007

Altare. VETRO BIANCO-LATTE per globi per l'illuminazione delle città.

"DEL MODO DI FARE IL VETRO BIANCO-LATTE".
Lettera inedita di CIMBRO BORMIOLI inviata al Direttore Tecnico della Società Artistico Vetraria, ELSO BRONDI, in data 11/01/1947:
"La composizione di bianco-latte che ti mando è buonissima per fare i globi, solo che devi aumentare la dose di criolite, ad ogni modo quello lo regolerai dalle prove che farai":
Sabbia 100 - Carbonato di sodio 30 - Carbonato di potassio 6,66 - Carbonato di calcio: zero - Spatofluoro di Luserna 16,665 - Feldspato di Luserna 66.664 - Criolite di Groenlandia 16.665 - Nitrato 6,666 - Selenio (?) - Arsenico (?).

Committente dei globi bianco-latte, per l'illuminazione delle città bombardate, dopo la seconda guerra mondiale, era la C.I.E.L.I.

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Thursday, February 22, 2007

I VASI BRONZEI DI CIMBRO BORMIOLI . ALTARE.

VASI COLORATI A SMALTI E CON SUPPORTO GRIGIO-FERRO.
Per fare il supporto grigio ferro, impiegare rottame di fondo crogiuolo, di rosso all'ossido di ferro (?) o rame(?). Questo rottame, gettato all'acqua, viene poi macinato. Disteso sulla placca il rottame di cui sopra, vi si marmorizza in modo che il vetro rimanga ben ricoperto. Sopra ad altra placca si dispongono smalti a grana più grossa, sui quali si marmorizza ancora.
Per dare il tono del ferro, passare il manufatto al getto di sabbia (così riesce meglio che con l'acido), quindi strofinarlo con panno umettato di olio minerale. Dopo 36 ore circa strofinare con panno pulito in modo da togliere l'eccesso di olio.
da un'agenda di Elso Brondi, il quale annota: " Dovrebbe essere la composizione di CIMBRO BORMIOLI, consegnatami da Gigetto Mirenghi nel 1950".

Note. Marmorizzare significa fare scorrere, da parte del vetraio, la pallina di vetro fuso, pendente dalla canna, su una superficie piana di ghisa o di marmo, detta nel gergo vetraio: "plocca".


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Monday, February 19, 2007

Françoise de Bouillane de Lacoste- Les Gentilshommes -Verriers

Françoise de Bouillane de Lacoste, Les Gentilshommes Verriers de la région du Poet- Laval, Grenoble, 2003, p.41.
Ces Verriers du Dauphiné sont donc bien des nobles, des gentilshommes, mais il vivent comme les paysans, leur contemporains, tout en jouissant d'un respect et d'une considération dus a leur statut de nobles qui les mettent à part du reste de la population. Ce qui explique en grande partie pourquoi la transition entre "l'art de verrerie" et l'agriculture s'est faite naturellement à la fin du dixhuitième siècle. Les cause les plus visibles de ce passage et de l'abandon progressif des verreries sont bien connues: l'abolition des privilèges lors de la nuit du 4 aout 1789 ouvre a tous ceux qui le souhaitent une profession jusqu'alors fermée sur elle mème; le déboisement rend l'approvisionnement en bois de plus en plus difficile, si bien qu'il devient impossible à ces petites verreries artisanales de lutter contre la concurrence des grosses verreries fonctionnant au charbon, en plaine, près des grandes voies de communication.


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Sunday, February 18, 2007

Caratteristiche dei vetrai europei nei secoli

Caratteristiche dei vetrai nei secoli.

da " Les Gentilshommes -Verriers de la région du Poet-Laval" di Françoise de Bouillane de Lacoste.
....les Gentilshommes Verriers jouissent de tous les privilèges de la noblesse: exemptions de certains impots et de la multitude de taxes accablant le citoyen ordinaire, ainsi que franchise absolue en ce qui concerne les innombrables droits de péage et de douanes sur les matières nécessaires à leur activitè comme sur leur production. ...Ils représent donc, aussi bien parmi la noblesse que dans le monde du travail, une caste tout à fait à part et rélativement fermée, car ils travaillent et s'associent entre eux, épousent les filles d'autres verriers....Ils forment entre eux de puissantes associations avec, a leur tète, des syndics issus de grandes familles de verriers.

Queste norme di vita, descritte dalla prof. Françoise de Bouillane de Lacoste, furono uguali, nei secoli, per tutti i vetrai europei.


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Thursday, February 08, 2007

Onomastica

Nel secolo XV si evidenziano nomi di altri proprietari di fornaci: i Pisani, cognome frequente nell'Italia del Nord, i Bertolucio o Bertoluzzi, già presenti ad Altare nel 1300 e provenienti da Venezia, i D'Adda, di origine milanese, i Dagna(cognome frequente a Genova, Voltri, Ovada) i Beda (probabilmente di origine toscana),i Perotto provenienti da Vara S. Pietro,i Marini (di origine veneziana), i Ferrero (savonesi), i Gerino,i Veirerio, i Ponta (già presenti a Genova nel secolo XII e diffusisi nella Valle Scrivia), i Peirano, i Ferro (provenienti da Venezia), i Pertica (presenti nel suddetto manoscritto genovese delle Missioni Urbane dal secolo XIII.I nuovi affiliati dovevano versare lire trecento in moneta savonese, rimanere per quattro anni tizzatori, senza conoscere i segreti dell'arte, e, per altri quattro anni ancora, apprendisti, prima di entrare a far parte della Corporazione.


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Saturday, February 03, 2007

I precursori dell'Arte Vitrea ad Altare

L'onomastica del secolo XIII non ci offre che nomi propri, ricavati dagli archivi. Il secolo XIV si preannuncia con i cognomi dei Buzzone e dei Bordoni, i quali risultano nei mss. della Biblioteca Missioni Urbane di Genova tra le famiglie che, dal 1250, ottennero dal Consiglio degli Anziani facoltà di traffico nella Repubblica di Genova. Nello stesso secolo seguono, tra i proprietari di fornaci ad Altare, i quali acquistano soda o vendono vetro, i cognomi dei D'Orsaria, Massari, De Brignollo, Saroldi o Serodo, Bormioli.