Saturday, May 25, 2013

Sequoia

Una sequoia del parco di Yosemite. F.to G. Badano. 6 maggio 2013.

Friday, May 24, 2013

Articolo di Anselmo Mallarini


VETRO E VETRAI DI ALTARE di Anselmo Mallarini.
Nota : una versione più recente di questo articolo è ora disponibile a questo indirizzo. 

Altare – piccolo centro ligure dell’entroterra savonese - vanta, come Murano antichissime tradizioni di arte vetraria. Secondo  quanto tramandarono oralmente  gli antichi abitanti , l’arte  vi fu introdotta da una comunità benedettina francese – qui stabilitasi attorno al 1130 – la quale, rilevate le condizioni naturali idonee, richiamò dalla Normandia alcuni esperti artigiani.
 Stando alle fonti archivistiche savonesi, nell’agosto 1173 e nel maggio 1178 sono menzionati rispettivamente un Nicola Vitrearius e un Petrus  Vitrearius,   probabili commercianti di vetro.   La loro presenza, nall’area geografica savonese, appare riconducibile all’attività economica di Altare che nella città costiera trova il suo più immediato sbocco commerciale e marittimo.
Per quell’epoca infatti non è dato disporre di elementi che attestino la presenza di fornaci da vetro a Savona o in altri paesi circostanti . Gli STATUTA ANTIQUISSIMA della città  non citano, tra le varie arti, l’arte del vetro.
L’ubicazione geografica del borgo di Altare ad alta densità boschiva, la presenza di formazioni di quarzite e la vicinanza di sbocchi portuali erano condizioni favorevoli all’esercizio di un’attività che, dalla seconda metà del secolo XIII , conobbe progressivi sviluppi, attirando un considerevole afflusso di immigrazione artigiana da Genova, dal Piemonte, dalla Toscana e, secondo tradizione, anche da Venezia. Un complesso di esperienze e di proposte tecnologiche nuove che, nei secoli successivi, permetterà di esportare l’eclettismo di Altare in tutto l’Occidente Europeo.  E’appunto nel corso del 1400 che si ha notizia  delle prime esperienze produttive attuate in Provenza, cioè oltre il  territorio ligure e padano . Alla dinamica espansiva dell’arte altarese sovrintende un’organizzazione di precisi ordinamenti statutari.  I più antichi Statuti, a noi pervenuti, dell’Università dell’Arte Vitrea risalgono al 1445, ratificati nel 1495 e nel 1512 dai Marchesi del Monferrato, Signori  della “villa” di Altare. 
I vetrai di Altare, più liberi nei trasferimenti dei vetrai di Murano, soggetti alle  severe leggi della Repubblica di Venezia,  si fecero divulgatori in Europa di uno stile ispirato agli innovativi moduli veneziani, particolarmente graditi nel periodo rinascimentale e barocco.   Tra le località frequentate dagli artieri altaresi primeggiarono Lione, Liegi, Nevers, Orléans . Questi ultimi furono  i più illustri centri d’arte vetraria  creati in Francia dai vetrai di Altare.  A Nevers, a Orléans, non si propose più  un’imitazione della façon de Venise, ma si affrontarono motivi stilistici nuovi per una vetreria realizzata attraverso la felice sintesi di arti mutuate dalla ceramica e dagli smalti vitrei, già noti ad Altare.  Particolarità delle fornaci di Nevers era un vetro imitante, nel colore e nelle venature, pietre  quali il diaspro, l’agata il calcedonio.

A Orlèans, nel XVII secolo, fu artista e imprenditore  Bernardo  Perotto,   il cui più importante contributo fu l'invenzione   della colata della lastra.  La massa di vetro fuso, colata su di una superficie liscia, veniva uniformemente appiattita da un rullo, ottenendone lastre di dimensioni assai maggiori di quelle prodotte fino a quel momento col tradizionale procedimento per soffiatura. A quell’epoca, il monopolio della Loira dei vetrai  delle città di Nevers e di Orléans rappresentava il massimo organo commerciale  del vetro in Francia. Frammenti della produzione dell’epoca sono rimasti nei Musei internazionali, anche se non sempre accreditati con sicurezza, non essendo il vetro dotato di firma del produttore. Esisteva una specifica maniera di lavorare alla “façon d'Altare”, semplice e lineare, che si affermò soprattutto a Liegi  e venne formalmente imposta nei contratti di assunzione anche ai Muranesi, colà operanti.A Londra, nel frattempo, un altro altarese, Giovanni Battista Da Costa, svolgeva un importante ruolo nella creazione  del primo vetro al piombo prodotto in Inghilterra: il flint glass, il cui brevetto andò al proprietario della vetreria londinese, George Ravenscroft, che divenne ufficialmente il padre dell’invenzione. L’aggiunta di ossido di piombo alla miscela vetrificabile,  in percentuali maggiori, rispetto al passato, consentì di ottenere un cristallo purissimo, di una consistenza che ben si adattò alle nuove tecniche decorative d’intaglio profondo alla ruota. Questo vetro, di straordinaria brillantezza, attraverso nuove e stilizzate realizzazioni, predominò nel gusto per larga parte del XVIII secolo, segnando in Europa il lento eclissarsi di quel vastissimo fenomeno artistico-espressivo, che, dal momento dell’invenzione del “cristallino”, era stato  noto internazionalmente come “façon de Venise”.Ad Altare, come a Murano, un irresistible processo di declino dell’industria vetraria, avviatosi, pur tra fasi alterne, dal XVII secolo,  si accentuò con l’abolizione generalizzata delle Corporazioni di Mestiere. Contestualmente, anche l’antica Università dell’Arte Vitrea, fu pertanto soppressa nel giugno 1823 dal re Carlo Felice di Savoia. Ne conseguì un massiccio esodo di artieri verso l’America          Latina e i vari centri italiani, dove verrà a costituire la primitiva ossatura dell’Industria Vetraria Nazionale. Il sentimento di solidarietà fra i maestri vetrai altaresi condusse, nel dicembre del 1856,  alla fondazione in Altare della Società Artistico Vetraria,  prima Cooperativa della storia italiana, in campo industriale. Il suo andamento economico soltanto in epoca contemporanea conoscerà un progressivo deterioramento, causa problemi di natura finanziaria e strutturale che condizioneranno l’attività dell’azienda sino a determinarne la cessazione (aprile 1978). Per la storia del vetro altarese, questa data non ne segna la conclusione. Nel 1982 si costituì -   e continua a tutt’oggi la sua attività -  l’Istituto per la Storia del Vetro e dell’Arte Vetraria, con il preciso scopo di recuperare il ricco patrimonio artistico-culturale della tradizione vetraria di Altare e di  porre le premesse per il rilancio dell’attività artigianale   nei suoi aspetti più tradizionali.

Vetreria scientifica


Credo che a tutti possa interessare la vetreria scientifica del XVII e
XVIII secolo , esposta nel Corning Museum. Si tratta di una vetreria
italiana e tedesca.

Opere di Bernardo Perotto al Corning Museum of Glass di N.Y.

Opere di Bernardo Perotto al Corning Museum of Glass di N.Y.


L'aereoporto più prossimo alla città di Corning si trova a Elmira.
La visione di Corning è rasserenante: prati verdi estesi sino alle
colline, case bianche basse, la chiesa, un grande lago, macchine
Chrysler ad alta cilindrata, il silenzio del Museo.
Nel Museo si lavora il vetro costantemente. Sono presenti plastici
relativi alla tradizionale incisione e, contemporaneamente,
ricostruzioni grafiche di attuali lavorazioni di fibre ottiche e di
lenti per grandi telescopi.
Visita di Giacomo Badano e di Maria Brondi - 2-3 maggio 2013.

"Coppa e vaso di Ennione" - I sec. d. C.



Corning Museum of Glass di N.Y
"Coppa e vaso di Ennione" - I sec. d. C.