This blog is trying to draw attention on Altare, a small town in the Ligurian Apennines not far from Savona. Altare has been an active glassmaking center from the 9th Century to approximately the 1970's. Unlike Venice, which prevented its craftsmen from exporting the intricacies of the art abroad, Altare was much more liberal. Throughout the Middle Ages to the beginning of the Modern Age, the Altarese exported their glass industry to several countries.
Saturday, November 08, 2014
E-FAITH: industrial heritage
Congresso E-FAITH : conservazione del patrimonio industriale
Si è svolto a Vaulx-en-Velin, presso Lione, dal 26 al 28 ottobre 2014. Erano presenti personalità del mondo industriale provenienti dalla Germania, dall'Inghilterra, dalla Grecia e dalla Spagna, ma anche dall'Italia, dalla Francia e dal Belgio. Ecco la presentazione che ho portato.
E qualche foto della venue
Friday, November 07, 2014
Museo Gallo-Romano di Aosta, Isère, Francia.
Zone di esportazione della pietra verde del Beigua e del Viso: si tratta di giadeite che veniva usata fino in epoca neolitica per fabbricare asce ed altri attrezzi.
Stampo per la produzione di "arbanelle" e bottiglie quadrate, decorate sul fondo.
Anfore trovate in gran numero ad Aoste in ragione della vocazione industriale del centro gallo romano, che si trovava sull'importante via di comunicazione del Rodano. Visibile è anche il forno per la cottura della ceramica.
Vetri romani di perfetta fattura, primo - terzo secolo dopo Cristo. Le terracotte rosse provengono dai siti di Millau e Clermont (Tarn e Alvernia).
Wednesday, September 24, 2014
La necropoli di Chiavari
Perline di vetro dell'età del bronzo ritrovate durante gli scavi della necropoli ligure di Chiavari.
Tuesday, August 12, 2014
Wednesday, May 14, 2014
Saturday, March 08, 2014
Il forno Racchetti
Il forno in oggetto è il solo rimasto dal XVII secolo dopo lo smantellamento delle fornaci effettuato nel 1856, al momento della costituzione della Società Artistico Vetraria di Altare e la costruzione di un vasto edificio che si estendeva tra due vie parallele, l’antica via interiore e la nuova strada napoleonica. Dal Medio Evo, le famiglie vetraie avevano tenuto in vita da cinque o più fornaci, unite tra loro dal Consolato dell’Arte, in una Corporazione di mestiere. Attraverso tre strade sterrate interprovinciali, essi portavano il vetrame in ceste al porto di Savona e qui prelevavano la soda. Ma la loro storia assunse all’estero più importanti connotazioni.
Tra le famiglie rimaste ad Altare, quella dei Racchetti, al momento della fondazione della Società Artistico Vetraria Anonima Cooperativa, aveva eretto una vetreria propria e aveva conservato il vecchio forno del Medio Evo. Questo è collocato infatti nella piazza antistante l’obsoleta Vetreria Racchetti, definitivamente spenta nel 1967 . Nella stessa piazza è ancora visibile la mola che serviva per la macinazione della sabbia nel Medio Evo e nell’età moderna.
Il forno a “igloo” è costruito in mattoni e misura poco più di m. 3,30 di diametro e circa 10 metri di circonferenza. La sua altezza, sotto la volta del corridoio che lo circonda, è di circa m.2. Ai quattro punti cardinali si possono vedere dei corridoi della stessa altezza : Il primo è ostruito da un muro di mattoni a circa 3-4 metri dal forno; a angolo retto, sulla destra, un secondo corridoio conduce al seccatoio della legna (v. in allegato figura n. 8 nell’ordine. “Vieux four Altare 1 JPG “ – Bâtiment des séchoirs à bois et du four. ); un terzo corridoio conduce ad un secondo forno situato a circa m. 5 dal primo, in gran parte coperto dalla vegetazione e dalla disgregazione dei materiali.
Del forno principale, carico di quattro secoli di storia, rimangono soltanto la parte inferiore del forno, destinata alla combustione, e la volta, che vi è stata posata sopra. Tuttavia, nella parrocchiale di Altare e nell’oratorio di S. Rocco, esistono pitture di questi forni che ci rimandano con sicurezza alla struttura dell’epoca.
La parte inferiore, rimasta integra, presenta quattro fori quadrati, utili all’introduzione dell’aria, necessaria alla combustione della legna consumata nel focolare, per raggiungere temperature all’incirca di 1200°C.
Questo arcaico complesso ha goduto nel tempo di grande ammirazione da parte di archeologi, italiani e stranieri, che l’hanno definito ”un importante tassello della storia della tecnica vetraria”.
Invito tutti coloro che hanno a cuore la conservazione del patrimonio culturale dell’umanità di aiutare l’Istituto per lo Studio del Vetro e dell’Arte Vetraria di Altare a conservare questo importante esemplare del lavoro e della professionalità italiana, che il tempo e le intemperie finirebbero per distruggere definitivamente.
Wednesday, February 26, 2014
Bernardo Perotto: Louis XIV's Glass Table.
LOUIS XIV's GLASS TABLE.
Very occasionally, a chapter in the history of glass has to be
rewritten because some lost masterpiece is rediscovered.
One such momentous event occurred in 1988 when a piece of glass
furniture - the top of a unique table of exuberant Baroque design,
worthy of a Kunstkammer - was recognized as having been listed during
Louis XIV's reign among the items belonging to the French Crown before
1681 and as having the orignal inventory number , 276, still stamped on it.
Furthermore , when il was again described in the royal inventory
of 1729, a more precise entry established that the top had been
supported on five glass columns: "Une table couverte de divers morceaux
de verre fondu et mèlé de plusieurs couleurs , liés par u n
compartiment de cuivre doré ciselé, fort léger......." The five round
columns also covered with glass.
The survival of these five columns was first suggested by Paul
Hollister, who in 1977 had discovered and recorded fours matching glass
columns in the Smithsonian Institution, Washington, and a fifth column
of similar length in the British Museum , London (acquired in 1873).
Consequently, historians of French glassmaking are now seeking to
incorporate this extraordinary achievement within the "oeuvre" of
Bernard Perrot, who is generally regarded as the most eminent glassmaker
in France during the second half of the seventeenth century. However,
his Italian origin have now been established: he was born on 26 June
1619 in Altare [.....]. Da " 5000 YEARS OF GLASS" 2012, The British
Museum Press.
Very occasionally, a chapter in the history of glass has to be
rewritten because some lost masterpiece is rediscovered.
One such momentous event occurred in 1988 when a piece of glass
furniture - the top of a unique table of exuberant Baroque design,
worthy of a Kunstkammer - was recognized as having been listed during
Louis XIV's reign among the items belonging to the French Crown before
1681 and as having the orignal inventory number , 276, still stamped on it.
Furthermore , when il was again described in the royal inventory
of 1729, a more precise entry established that the top had been
supported on five glass columns: "Une table couverte de divers morceaux
de verre fondu et mèlé de plusieurs couleurs , liés par u n
compartiment de cuivre doré ciselé, fort léger......." The five round
columns also covered with glass.
The survival of these five columns was first suggested by Paul
Hollister, who in 1977 had discovered and recorded fours matching glass
columns in the Smithsonian Institution, Washington, and a fifth column
of similar length in the British Museum , London (acquired in 1873).
Consequently, historians of French glassmaking are now seeking to
incorporate this extraordinary achievement within the "oeuvre" of
Bernard Perrot, who is generally regarded as the most eminent glassmaker
in France during the second half of the seventeenth century. However,
his Italian origin have now been established: he was born on 26 June
1619 in Altare [.....]. Da " 5000 YEARS OF GLASS" 2012, The British
Museum Press.
Subscribe to:
Posts (Atom)