La lavorazione del vetro sopravvisse ad Altare dal XII al XX secolo. Nel 1856 le fornaci vennero smantellate per dare vita a un'industria, nata dalla cooperazione di tutti i maestri vetrai presenti ad Altare. Fu la prima cooperativa italiana ed anche una delle prime industrie nascenti nell'Italia risorgimentale. La sua forma era quella di un'unità produttiva integrata ove tutte le lavorazioni si svolgevano al suo interno. Dalla centrale elettrica per la produzione di energia elettrica, alla falegnameria, all'officina meccanica, al reparto refrattari, all'officina dei fabbri, al reparto scelta, ai grandiosi reparti per la rifinitura (incisione, arrotatura, ribruciatura) degli apparecchi di farmo-chimica(cui era riservato il 20% dell'intera produzione) e degli articoli di lusso, per lo più eseguiti su committenza o improvvisati dalla fantasia estrosa dei maestri vetrai.
Nel XVII e nel XVIII secolo, molti artieri si erano trasferiti in Francia ove avevano fondato vetrerie a Névèrs e a Orleans. Nei musei francesi sono presenti oggetti d'arte à la façon d'Altare ed anche à la façon de Venise che, per quanto prodotti da Altaresi, facilmente si confondono con l'arte veneziana.
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