Primo scavo ad Altare, all'interno di un più ampio progetto di archeologia dei siti produttivi.
I periodi di maggior floridezza per le Vetrerie di Altare furono il Medio Evo e il Rinascimento. La maggiore prolificità di traffici può attribuirsi appunto all'età di mezzo.
L'attività vetraria sopravvisse ad Altare, dal XII secolo, fino al 1978.
Nel periodo di maggior commercio, ogni abitazione aveva una fornace nel suo cortile, ma non si era mai scavato per trovare dei reperti utili a conoscere i tipi di vetro, di crogioli e l'ubicazione stessa degli impianti.
Per la prima volta, nel 2017, il Comune autorizzava, con una delibera, uno scavo a fini archeologici, in un'abitazione privata del centro storico, di proprietà del Comune stesso. Un'abitazione uguale a tante altre costruite a schiera, nelle viscere della quale neppure si supponeva che, nel Medio Evo, esistesse una fornace.
A questo punto occorre premettere che i punti focali di alcune importanti vetrerie erano stati fissati: le fornaci dei Pisani, nella "corte di Ciufalén"; le fornaci dei Saroldi in fondo a Via Paleologo, in prossimità della piazza del Consolato; le vetrerie dei Lodi adiacenti alla piazza del Consolato; le vetrerie dei Racchetti in Via Nuova Nazionale, dove si trova tuttora un forno medievale non restaurato, e dove nei secoli si sono sovrapposte e alternate vetrerie di proprietari diversi.
Non si conosceva e non si conosce tuttora, l'ubicazione di altre innumerevoli vetrerie che, nei secoli, sono state accese e smantellate nel centro storico. Perciò il ritrovamento effettuato nell'abitazione di Via Paleologo, in due campagne di scavo, risulta un'autentica e felice scoperta.
IL Prof. Carlo Varaldo si era incaricato di chiedere l'autorizzazione alla Soprintendenza e lo scavo era iniziato sotto la sua direzione, grazie alla grande professionalità di una archeologa della Val Bormida, la giovane dottoressa Marta Bagnasco.
Lo scavo stratigrafico era stato effettuato attraverso vari livelli, che non avevano offerto alcun indicatore del ciclo produttivo, finché, giunti al penultimo strato, corrispondente ai secoli XIV - XV, agli occhi dei ricercatori erano comparsi i primi cocci di vetro, non disgiunti da colaticci, resti di crogioli, ceneri, malte, materiali tutti indicatori delle diverse fasi di lavorazione.
I reperti verranno consegnati alla Soprintendenza e successivemente al Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Pavia per le analisi, al fine di conoscere le caratteristiche delle materie prime e di verificare lo sfruttamento, o meno, di risorse naturali presenti sul territorio.
Altare, agosto 2018.
This blog is trying to draw attention on Altare, a small town in the Ligurian Apennines not far from Savona. Altare has been an active glassmaking center from the 9th Century to approximately the 1970's. Unlike Venice, which prevented its craftsmen from exporting the intricacies of the art abroad, Altare was much more liberal. Throughout the Middle Ages to the beginning of the Modern Age, the Altarese exported their glass industry to several countries.
Friday, November 16, 2018
Wednesday, November 07, 2018
Scavi archeologici effettuati dall'équipe del prof. Carlo Varaldo nel Priamar di Savona
Rita
Lavagna a – Carlo Varaldob – Simone Cagnoc –
Maria Brondid
a.Civico
Muso Archeologico di Savona – b Università degli Studi di Genova – c
Universiteit Antwerpen, Groenenborgerlaan 171, Antwerp - d Istituto per lo Studio
del Vetro e dell’Arte Vetraria di Altare.
During the 2007 -
2010 excavations of St. Mary's Cathedral (historic fortress of Priamàr -
Savona) carried out by the International Institute of Ligurian Studies, a
variety of glass specimens were recovered. Some were remarkable for their
quality and degree of conservation. A first group of those specimens, located
on top of a fourteenth century masonry burial, comes from the south side of the
cloister. A second group, part of the tableware set of the Commissioner,
belongs to the XVI-XVII centuries.
Their composition
was assessed by non-invasive X-ray microfluorescence and compared to known
data, to tentatively determine glass compositions indigenous to Savona and
Altare, not yet identified in the litterature.
Dall'area della Cattedrale medievale di Santa Maria, abbattuta nel corso del XVI secolo, proviene un migliaio di frammenti vitrei, di alto grado di conservazione, appartenenti ai secoli XIV e XVI-XVII. Per i materiali del XIV secolo si tratta di bicchieri, lampade - del tipo "coupelles" - , bottiglie a corpo globulare, alto collo, piede ad anello. I materiali dei secoli XVI-XVII sono rappresentati da bottiglie a corpo quadrangolare, bottiglie da fiasco, lampade di differenti morfologie, tra cui si coglie l'affinità con lampada di Ganagobie, edita da Danièl Foy.
Ecco alcuni frammenti, non ancora soggetti a restauro:
Bicchiere troncoconico di vetro sottile, limpido, con filetto azzurro sull'orlo, con decori parietali, realizzati a stampo, in perfetto stato di conservazione (sec. XIV- Chiostro della Cattedrale).
Conoide di bottiglia con piede ad anello (sec. XVI - Abitazione del Commissario)
Anelli di lampada e di piede di bottiglia ( sec. XVI - Abitazione del Commissario)
Decoro " a bouton" del gambo di un calice (fine sec. XVI-inizio sec. XVII - abitazione del Commissario)
Probabile parte superiore di lampada, la cui morfologia trova confronto con la lampada di Perpignan, église des Dominicaines, fine sec. XVI -inizio XVII (v. Le luminaire , in "à travers LE VERRE", 1989, p.352). Abitazione del Commissario, fine sec. XVI - inizi XVII.
Subscribe to:
Posts (Atom)